Ci sono libri che li divori, e “Il racconto dell’ancella” è uno di quelli.
Un libro su cui avevo grande curiosità e che non ha deluso le mie aspettative.
INFO:
Trama. In un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, gli Stati Uniti sono divenuti uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile. Difred, la donna che appartiene a Fred, ha solo un compito nella neonata Repubblica di Galaad: garantire una discendenza alla élite dominante. Il regime monoteocratico di questa società del futuro, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cosiddette ancelle, le uniche donne che dopo la catastrofe sono ancora in grado di procreare. Ma anche lo Stato più repressivo non riesce a schiacciare i desideri e da questo dipenderà la possibilità e, forse, il successo di una ribellione. Mito, metafora e storia si fondono per sferrare una satira energica contro i regimi totalitari. Ma non solo: c’è anche la volontà di colpire, con tagliente ironia, il cuore di una società meschinamente puritana che, dietro il paravento di tabù istituzionali, fonda la sua legge brutale sull’intreccio tra sessualità e politica. Quello che l’ancella racconta sta in un tempo di là da venire, ma interpella fortemente il presente.
COSA NE PENSO:
Volevo da un po’ di tempo sia leggere questo libro che qualcosa dell’Atwood ed ho trovato il racconto coinvolgente e nella sua scrittura originale.
La Atwood ha una bellissima scrittura, scorrevole senza troppi giri di parole. Mi ha conquistata in pieno.
La storia di Defred e delle donne che non sono più proprietarie del proprio corpo e di nessun diritto ti lascia interdetta. Il governo autoritario e dispotico è fondato sullo sfruttamento delle ancelle, le uniche donne, che dopo il devasto delle radiazioni atomiche, sono ancora in grado di procreare.
Un romanzo che si unisce insieme a 1984 di Orwell (uno dei libri da cui prese ispirazione, insieme a Il nuovo mondo e Fahrenheit 451) nella sua datata modernità. Il libro quando uscì nel 1985 fu bandito da alcune scuole superiori.
“Nolite te bastardes carborundorum” e “Ci sono domande?” sono due frasi che ricorrono nel racconto, sono spesso usate come motto di emancipazione femminile.
Anche se la Atwood non considera la sua opera femminista, è invece «una tipica dittatura» dove i potenti di ambo i sessi dominano sugli oppressi, anche se all’interno delle singole classi gli uomini dominano sulle donne (Fonte Web).
Al momento sto guardando la serie TV e sono quasi al termine della prima stagione e mi sta piacendo molto, nonostante alcune diversità dal romanzo, la trovo molto godibile.
Spero di iniziare presto anche la lettura del sequel “I Testamenti”.
“𝑬𝒔𝒊𝒔𝒕𝒆 𝒑𝒊ù 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒈𝒆𝒏𝒆𝒓𝒆 𝒅𝒊 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕à, 𝒅𝒊𝒄𝒆𝒗𝒂 𝒁𝒊𝒂 𝑳𝒚𝒅𝒊𝒂. 𝑳𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕à 𝒅𝒊 𝒆 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕à 𝒅𝒂. 𝑵𝒆𝒊 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍’𝒂𝒏𝒂𝒓𝒄𝒉𝒊𝒂, 𝒄’𝒆𝒓𝒂 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕à 𝒅𝒊. 𝑨𝒅𝒆𝒔𝒔𝒐 𝒗𝒊 𝒗𝒊𝒆𝒏𝒆 𝒅𝒂𝒕𝒂 𝒍𝒂 𝒍𝒊𝒃𝒆𝒓𝒕à 𝒅𝒂. 𝑵𝒐𝒏 𝒔𝒐𝒕𝒕𝒐𝒗𝒂𝒍𝒖𝒕𝒂𝒕𝒆𝒍𝒐.”
📍Voi cosa ne pensate? L’avete letto?
The Heart Is a Book ❤📚