“Non sei tu, è solo una cosa che ti è successa”.
Attacco di panico: improvvisa comparsa di un periodo distinto e breve di intenso disagio, di ansia, o di paura accompagnati da sintomi somatici e/o cognitivi (Fonte –>Manuale MSD).
Depressione: patologia psichiatrica piuttosto diffusa che può interessare tanto gli adulti – giovani e anziani – quanto i bambini. Non interessa solamente la sfera emotiva e l’umore del paziente, ma interessa anche il corpo, influenzando comportamenti e manifestandosi anche con sintomi fisici (Fonte –> My Personal Trainer).
Ci sono situazioni, sensazioni e problemi di salute che se non si vivono sulla propria pelle è difficile capirli. La depressione e gli attacchi di panico sono due di quelli: per capirlo veramente, purtroppo, bisogna viverli.
Matt Haig, che arriva a pensare al suicidio nella fase più acuta della sua depressione, vive e ci racconta la sua esperienza contro questi due nemici invisibili. Si invisibili, perché se ci rompiamo un braccio tutti vedono che ci siamo fatti male ma se la depressione entra a far parte della nostra vita non sarà sempre facile riconoscerla.
La depressione è una malattia. Anche se non provoca né tosse né eruzioni cutanee. È difficile da individuare, perché di solito è invisibile. Nonostante sia una malattia grave, per molti di coloro che ne vengono colpiti, all’inizio è sorprendentemente difficile da riconoscere. Non perché non si soffra – si soffre, eccome – ma perché il malessere sembra irriconoscibile o viene confuso per altro.
Una frase mi ha colpito in questo libro è stata: “Non sembra malato” … “Mi spiace” mormorai, desiderando di soffrire di una malattia più evidente. Provavo un martellante senso di colpa.
Ci si sente in colpa, non solo perché non si riesce a capire il motivo di ciò che ci sta accadendo (e molto spesso si finisce di pensare di essere pazzi) ma anche doversi mortificare perché la tua malattia viene catalogata come: “sei solo un po’ triste” o “ma si dai passerà, cosa vuoi che sia!” o ancora “ci sono problemi peggiori“. Oh è assolutamente vero, ci sono problemi molto più grandi ma bisogna provare su stessi cosa vuol dire avere una mente che non riposa mai, nemmeno mentre si dorme e come questa influisca profondamente anche sul proprio corpo!
L’autore lo sa bene e ci spiega cosa gli passa per la testa durante il primo attacco di panico e quali disturbi e malesseri fisici sono scaturiti dalla depressione, come: ipocondria, agorafobia, senso continuo di terrore, sfinimento mentale e fisico, senso di inutilità, affaticamento …
Non è superfluo dire che parenti, amici, fidanzate\i possono essere fondamentali nell’aiutare chi è depresso. Bisogna essere pazienti, comprensivi e soprattutto dobbiamo ASCOLTARE, ASCOLTARE ed ASCOLTARE! Anche se ci ripetono le cose perché ce l’avevano detto il giorno prima, non fa niente sopportiamo e ascoltiamo!
Allora cosa dobbiamo fare? Parlare. Ascoltare. Incoraggiare l’ascolto…Ribadire che la depressione non è una cosa di cui vergognarsi, non è una cosa che deve farci arrossire. E’ un esperienza umana… E spesso parlarne la allieva. Parole, conforto, sostegno… ben presto ho scoperto che parlare è già una forma di terapia. Se si può parlare, c’è speranza.
L’autore ne è uscito ed è riuscito a riprendere il controllo della propria vita.
Il libro non si propone come un manuale medico ma come Esperienza. Lui ci racconta come ha vissuto questa malattia e cosa l’ha aiutato a superarla.
Io ho trovato il libro di Matt Haig utile, illuminante ed istruttivo. Tutti dovrebbero leggerlo ma soprattutto chi non ha mai affrontato questa malattia e poter così capire cosa vuol dire viverla.
Una opinione su "Recensione: Ragioni per continuare a vivere – Matt Haig"