Bentornati Readers e buona settimana✨ siamo al termine di novembre quasi e di questo mese per quanto riguarda le letture sono molto soddisfatta! Le vostre come sono andate?
Vi porto la recensione oggi di un romanzo ispirato a fatti realmente accaduti, vi lascio la scheda e poi vi dico cosa ne penso.
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Titolo: Avevano spento anche la luna
Autore: Ruta Sepetys
Casa Editrice: GARZANTI
Pagine: 299 pagine
Data Pubblicazione: 6 settembre 2012
Copertina Rigida: 18,00€
Copertina Flessibile: Su IBS e Amazon: 11,05€
1941, Lituania. La giovane Lina vive una vita spensierata, come molte altre ragazze della sua età. Insieme a sua cugina, nonché migliore amica, fa i piani per il suo futuro. Lina possiede una grandissima dote artistica: il disegno è il suo modo per esprimere non solo ciò che vede ma anche ciò che sente. Tutto cambia improvvisamente però quando viene portata via insieme alla madre e al fratello di dieci anni, Jonas, caricati su un camion diretti chissà dove. Paura e disorientamento li accompagnerà fino a quando, dopo aver viaggiato per 2 settimane in un cassone del treno insieme a centinaia di persone, pigiati uno contro l’altro, arrivano in un campo di lavoro siberiano. Ma Lina non si farà prendere dalla paura, ma coraggiosamente continua a disegnare ciò che vede per farlo sapere sia al padre sia al mondo.
Ma perché sono stati deportati? Perché il padre non è li con loro ma in un altro campo? Riusciranno a ritrovarsi e a sopravvivere all’inferno che li ha colpiti?
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La storia di Lina e della sua famiglia deportata in Siberia (il motivo si scoprirà durante la lettura), lontano dalla sua vita e della sua sicurezza è una storia forte, coinvolgente e di grande impatto emotivo.
Caricati su vagoni, schiacciati e costretti a lunghi viaggi. Le condizioni di vita nel campo sono precarie alla pari degli stessi campi di concentramento nazista: pochissimo cibo, paura, privazioni, freddo, duro lavoro e scomodità. Quando giungeranno in altro campo dopo un lunghissimo viaggio durissimo dovranno costruirsi da soli un riparo precario, con materiali scartati dal NKDV (la polizia staliniana), chiamata Yurta.
Esempio di Yurta, un riparo per non morire
Questo popolo lotta per la difesa della propria vita, lotta per non diventare come i suoi aguzzini, lotta per tornare a casa. Un popolo che non cede e che continua, nonostante tutto, a tenersi unito.
Mi sono immersa, persa, rimasta senza fiato e col cuore spezzato attraverso le sue pagine. La scrittrice, nonostante non tratti una biografia ma si ispiri alla storia della sua famiglia di rifugiati lituani, ci fa conoscere una storia nascosta a molti (e che anche io non conoscevo): le deportazioni sovietiche della Lituania.
La Lituania commemora ogni anno la Giornata del lutto e della speranza il 14 giugno in memoria dei deportati.
Ruta Sepetys è stata davvero brava nel non cadere nel banale o nell’eccessivo sentimentalismo, ha dosato bene le sue parole ed ha scritto un romanzo davvero degno di essere letto.
Quando ci imbattiamo in questo genere di libri parliamo di sopravvivenza, o di sopravvissuti, ma tendiamo a banalizzare questa semplice parola. Sopravvivere significa: vivere dopo la morte di famigliari, amici o parenti; restare in vita dopo eventi traumatici. Fare questo dopo aver perso tutto quello che si ha è qualcosa di Immane che andrebbe celebrato sempre, non solo in determinate occasioni e dargli la giusta importanza.
La cosa che mi ha sorpreso è il prezzo pagato mesi fa per questo libro: solo 5€. E’ la seconda volta che mi imbatto in un romanzo di questo spessore ad un prezzo così basso (la prima volta fu per Figlie del mare –>qui la recensione). Molto spesso sottovalutiamo il potenziale di un romanzo solo perché il suo prezzo è irrisorio ma questi romanzi dimostrano assolutamente il contrario!
Eravate a conoscenza di questo triste episodio? Avete letto il libro?
The Heart Is A Book
Una opinione su "Recensione: Avevano spento anche la luna"